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Esso contiene una raccolta di notizie, analisi e riflessioni sul movimento religioso dei Testimoni di Geova.

giovedì 13 gennaio 2011

Quando la libertà di religione è inammissibile

C’è un limite a tutte le libertà. Questo limite è segnato dalla frontiera che divide la libertà degli uni dai diritti degli altri.

Alla base, la libertà di religione e dunque dei suoi credi, è stata introdotta nella Costituzione delle nazioni democratiche e civilizzate e garantita dalla Dichiarazione dei Diritti Umani Fondamentali, per proteggere il cittadino da uno stato dittatoriale.

È a questa libertà che si sono appellati i Testimoni di Geova per fare valere il loro diritto al rifiuto del saluto alla bandiera nella prima metà del secolo scorso, in quanto tale saluto avrebbe significato violare uno dei loro credi o precetti che si vuole, basato sulla Bibbia.

È a questa stessa libertà che si sono appellati i Testimoni di Geova per fare valere il loro diritto ad essere riconosciuti come Ente morale rappresentante una fede, una religione, autorizzandone la costituzione formale e giuridica nel mondo democratico.

È a questa libertà che si sono appellati i Testimoni di Geova per fare valere il loro diritto a includere tra le loro disposizioni interne, quello di espulsione dei membri che non si adeguano ai requisiti stabiliti dalla loro fede, che si vuole basata sulla Bibbia.

È a questa stessa libertà che si sono appellati i Testimoni di Geova per far valere il loro diritto alla scelta medica che privilegia trattamenti sanitari alternativi all’uso delle emotrasfusioni, non solo per se, ma anche per i loro figli minorenni e perfino neonati.

Ma fino a dove va tale libertà?